Tematica Mammiferi

Myodes glareolus Schreber, 1780

Myodes glareolus Schreber, 1780

foto 446
Da: fr.wikipedia.org.

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Rodentia Bowdich, 1821

Famiglia: Cricetidae Fischer J., 1817

Genere: Myodes Pallas, 1811


itItaliano: Arvicola rossa

enEnglish: Red-backed voles

frFrançais: Campagnol roussâtre, Campagnol des bois, Campagnol glaréole, Campagnol des grèves, Campagnol du Nord, Campagnol des sables

deDeutsch: Rötelmäuse

Specie e sottospecie

Myodes glareolus ssp. alstoni - Myodes glareolus ssp. britannicus - Myodes glareolus ssp. caersarius - Myodes glareolus ssp. curcio - Myodes glareolus ssp. erica - Myodes glareolus ssp. garganicus - Myodes glareolus ssp. glareolus - Myodes glareolus ssp. hallucalis - Myodes glareolus ssp. helveticus - Myodes glareolus ssp. istericus - Myodes glareolus ssp. nageri - Myodes glareolus ssp. pirinus - Myodes glareolus ssp. ruttneri - Myodes glareolus ssp. skomeriensis

Descrizione

Misura fino a 15 cm di lunghezza (di cui un terzo spettano alla coda), per un peso medio di una ventina di grammi: fra le varie sottospecie possono tuttavia sussistere variazioni di peso anche del 300%. Il pelo è bruno-rossiccio sul dorso (da cui il nome comune di arvicola rossiccia), mentre tende a schiarirsi sui fianchi, dove è di colore bruno-giallastro: sul ventre e sulle zampe il pelo è invece biancastro, anche se in alcune sottospecie può virare verso il giallo od il fulvo. La coda termina in un ciuffetto di peli ed è dello stesso colore del dorso, al quale si inframezzano peli più lunghi e robusti di colore nerastro. L'arvicola rossiccia muta il proprio pelo in primavera ed autunno: dopo la muta il colore rimane immutato, mentre varia la sua consistenza. Il manto estivo, infatti, è più sericeo e rado rispetto a quello invernale, dove l'animale presenta inoltre un sottopelo grigiastro per meglio difendersi dalle intemperie e dalle basse temperature. Si tratta di animali sociali e dalle abitudini catadrome, ossia alternano periodi di riposo e di attività durante le 24 ore: generalmente le ore di attività totali dell'animale oscillano da due a sei a seconda della stagione, scaglionate in 3-9 periodi attivi alternati a periodi di riposo, con picchi di attività durante estate ed inverno e valori minimi durante primavera ed autunno. L'animale può scegliere il proprio periodo di attività anche in base alla concorrenza per il cibo esercitata da altri animali: nelle aree dove l'arvicola rossiccia coabita col topo selvatico dal collo giallo (Apodemus flavicollis), infatti, essa tende ad avere abitudini perlopiù diurne, per evitare di entrare in competizione per il cibo con quest'ultimo. Durante il riposo, le arvicole cercano rifugio in complicati sistemi di gallerie che esse stesse scavano immediatamente al di sotto della superficie, avendo cura di realizzare numerosi sbocchi verso l'esterno, generalmente siti in corrispondenza di ceppi o sassi per meglio camuffarli. Spesso le gallerie continuano anche al di sopra del terreno, in quanto vengono scavate anche al di sotto della copertura di fogliame, di erba o di neve. Le arvicole si muovono con abilità e cautela nel fitto del sottobosco, preferendo il folto delle felci o l'intrico dei rovi, che, oltre ad offrire una discreta protezione all'animale grazie alle loro spine, sono anche un'ottima fonte di cibo. Spesso e volentieri l'animale si arrampica sugli alberi, il che lo rende più facilmente avvistabile rispetto alle altre arvicole. In alcuni casi, l'animale può addirittura utilizzare il nido di qualche uccello posto su qualche albero come proprio rifugio. Ciascun esemplare stabilisce un proprio territorio, che può variare in estensione a seconda del periodo dell'anno, dell'habitat preso in considerazione, della densità di popolazione residente e del rango sociale occupato dal proprietario del territorio, ma solitamente esso non ha mai diametro inferiore ai 45 m, considerando come centro del territorio la camera principale della propria tana sotterranea, posta solitamente a circa mezzo metro di profondità. La tana può tuttavia trovarsi anche sul terreno, fra le foglie morte od in tronchi cavi: l'animale provvede in ogni caso a renderla confortevole imbottendola con foglie, muschio, peli di animali e fibre vegetali. Le arvicole sono animali essenzialmente erbivori: nei mesi primaverili si nutrono di erbe, radici, e germogli, mentre d'estate e d'autunno lo spettro alimentare dell'animale si amplia, andando ad includere anche frutti e semi, assieme anche a noci, bacche, grano, orzo e semi di graminacee. Durante tutto l'anno l'animale può nutrirsi anche di insetti e larve, lumache ed altri piccoli invertebrati, che tuttavia non vanno mai a superare un terzo del totale di cibo ingerito dall'animale. Durante l'estate, l'animale può anche raddoppiare il suo peso in funzione della maggiore quantità di cibo disponibile, per poi tornare al proprio peso forma durante l'inverno, quando il cibo reperibile è molto più scarso. Può accadere, anche se è poco frequente, che l'arvicola rossastra immagazzini nei periodi di abbondanza semi e granaglie all'interno dei fondi ciechi delle proprie gallerie. Nelle aree in cui sono presenti in gran numero, le arvicole rossicce sono considerate animali nocivi, in quanto tendono a danneggiare le colture ed a rosicchiare la corteccia dei giovani alberi, di solito larici e sambuchi, portandoli alla morte.

Diffusione

La specie è diffusa dai Pirenei ai Monti dell'Altaj, spingendosi a nord fino alla Scandinavia ed al Circolo Polare Artico: alcune popolazioni insulari sono presenti anche in Inghilterra, Irlanda e nel Mar Baltico, dove furono con tutta probabilità introdotte, più o meno accidentalmente, ad opera dell'uomo. In Italia la specie è diffusa praticamente su tutto il territorio peninsulare (penisola salentina e Pianura Padana escluse), dove con ben quattro sottospecie si concentra in particolare sui massicci montuosi della Sila (sottospecie curcio), del Gargano (sottospecie garganicus), dell'Aspromonte (sottospecie hallucalis) e sull'arco alpino (sottospecie nageri). Come intuibile dal nome comune, l'arvicola dei boschi predilige le aree boschive ben mature (ossia con abbondante copertura sottoboschiva e di lettiera) a regime climatico non troppo caldo: pertanto, la si trova in prevalenza in aree collinari od addirittura montane, mentre risulta assai rara od assente nelle aree costiere, fortemente antropizzate o nelle pianure. Tali esigenze in termini di habitat ne fanno un ottimo bioindicatore tanto che esso torna utile anche in paleoclimatologia, in quanto la sua presenza allo stato fossile in determinati strati di roccia indica che la zona in periodi remoti ebbe caratteristiche climatiche ben precise, atte ad ospitare questa specie. Nelle aree più settentrionali del proprio areale, come in Scandinavia, l'animale si trova anche in aree pianeggianti ed aperte (in virtù delle temperature medie inferiori della zona) ed entra addirittura nelle case.

Sinonimi

= Clethrionomys glareolus Schreber, 1780.


02477
Stato: Jersey